“La fantasia dei clienti non ha confini. Noi lavoriamo perché ognuno possa seguire liberamente la propria strategia di mercato”.
Uno scambio con Roberto Azzolini, direttore commerciale di Bertolaso, è l’occasione per conoscere le qualità di un imbottigliamento migliore.
Quali sono i fattori che fanno la differenza? Dipende dai settori. Per il vino, l’assorbimento dell’ossigeno, che deve essere minimo per non alterare la qualità. Per gli spumanti, è anche importante imbottigliare a temperatura ambiente. Con i liquori, l’impianto ideale deve evitare perdite nei livelli di alcol.
In che modo un impianto favorisce la produttività? Velocità è la parola chiave. Nei cambi formato, come nel passaggio tra prodotti. Il tutto con la sicurezza di non avere contaminazioni fra liquidi.
Si parla spesso di industria 4.0. Sì, la tracciabilità è l’altro elemento. Un sistema deve monitorare tutte le fasi: lavaggio, riempimento, integrità di tappi, capsule, etichetta. E il controllo deve avvenire per la singola bottiglia, non solo per il lotto, così da garantire la tracciabilità totale.
Verso quale scenari vi state orientando? Il trend è avere macchinari ancora più flessibili. I produttori saranno sempre più polivalenti (vini fermi, frizzanti, drink aromatizzati, cocktail…) e così devono essere i nostri macchinari.
Qual è il vostro impegno? L’impegno più innovativo è fornire sistemi totalmente integrati, linee sincronizzate in cui entrano bottiglie da sanificare ed escono prodotti pronti al commercio.
L’esperienza e il controllo qui sono essenziali.